Di post che fanno ridere, ma tanto



Tra bambini che tardano ad arrivare, ed il quasi settimo compleanno del mio Nano, condivido questo post di un blog che mi piace tanto.
Ho riso tanto, tantissimo, e lo sto spedendo alle mie amiche ^_^

Preso da qui, leggetelo!!!


Cara Duchessa di Cambridge,
mi permetto di scriverle una missiva dal basso del mio rango. Però prima una richiesta: possiamo darci del tu? Bene.
Cara Kate, ascolta un po', ti devo dire due cose che sono come le notizie: una bella e una brutta. Iniziamo dalla bella.
La bella notizia è che  voglio informarti  che mi garbi tanto, e bada bene che non è paraculaggine per avere uno sconto sui mezzi per tutte le volte che verrò in Inghilterra, oh no, proprio (checché se ne dica) trovo che William non potesse trovare di meglio. Hai una grazia innata e una bellezza fine, non prorompente, vistosa o volgare. Il tutto condito da un sorriso dolce, un'eleganza naturale e una raffinatezza e un garbo che tante si sognano. E alla gente piaci Kate, stai serena, soprattutto alle donne. Magari gli uomini preferiscono tu' sorella, ma a noi sciure e massaie, piaci proprio perché incarni la principessa perfetta.
E qui veniamo alla cattiva notizia:
Kate, na pregunta.
Come ti sei permessa?
Come ti sei permessa di partorire la mattina alle 8 e presentarti lo stesso pomeriggio bella e in forma come se fossi appena uscita da un corso intensivo di figaggine?
Come?
Perché noi, donne della plebe, non ce lo spieghiamo. Giuro. Bada bene che non è un'accusa: è invidia. Dopo averti visto così magnificamente bella a poche ore dal parto comincio a credere pure agli alieni, al mostro di Loch Ness e ai cerchi nel grano.
Hai partorito per via naturale tre kg e sette di roba  (per le non-mamme in ascolto vi sposso assicurare che è come far uscire un cocomero da un buco predisposto all'uscita di una nespola) e avevi un'andatura da mannequin che sfila a Parigi.
I tuoi capelli erano lucenti, in piega, con morbidi boccoli che ondeggiavano al vento.
Pancia? Non pervenuta.
Piedi gonfi? Neppure, visto il tacco che indossavi.
Pelle? Diafana.
Espressione: serena e giuliva.
Marito? Stempiato e con la chierica stile San Francesco.
A parte William (e detto tra noi fai qualcosa pe' sto ragazzo che era tanto caruccio da giovane e ora mi si sta Carletizzando), il resto è innaturale, lo capisci? Non puoi essere amata da un popolo se ti presenti a cinque ore dal parto così figa. Non è umanamente possibile. Quindi i casi sono due: o hai partorito tipo un mese fa. O era tutta una falsa e non hai manco partorito. Ci sta. 
Abbiamo avuto un barlume di speranza quando, durante la gravidanza, eri verde dalle nausee mattutine. Lì abbiamo esultato "Sììììì!!!Kate è una di noi!” Non per portarti merda, eh? Eravamo solo felici che tu fossi 'normale'. Gli incontri ravvicinati col cesso, in gravidanza sono routine. Il tuo sarà anche reale, ma sempre cesso è. 
Ma de che, dico io.
Ma de che, signore mie!
Quella era una finta. Quella era per ridimensionare un po' il tutto, perché far vedere che facevi jogging, cavalcavi un cavallo o facevi  bungee jumping pareva brutto. Perché te avresti fatto anche questo, lo so!
E no, non dire di no. Mi pare già di vederti mentre scuoti la testa e dici “Ma sì che è possibile! Anche col primo figlio sono uscita solo dopo poche ore fresca come una peonia appena annaffiata dal giardiniere di corte!”
Smettila. Smettila subito se non vuoi che prenda il primo aereo e ti venga a tirare per i capelli.  No, che non è normale! Una donna, a cinque ore dal parto ha solo una richiesta: “Vojo dormi'!” seguita da “Toglietemi tutto ma non il mio letto”. Chiaro? Un donna, a cinque ore dal parto, ha un' andatura da papero con seri problemi di ernia al disco e le gambe se le trascina dietro così allargate che nel mezzo ci può passare benissimo un camion rimorchio in corsa. Una donna, a cinque ore dal parto non ha dei capelli, ha una massa informe, unta e scarmigliata, che rischia che le ci covino le cicogne. Una donna, a cinque ore dal parto, non ha la pelle diafana, no. Spesso e volentieri ha la faccia chiazzata dai capillari rotti grazie allo sforzo perché sempre da lì deve uscire, anche se a vederti sembra che tu non l'abbia partorita dalla reale patonza, ma che tu l'abbia trovata sotto un cavolo nell'orto reale. A meno che tu non l'abbia diversa da noi, tipo che si apre a cerniera e puoi ravanare quanto vuoi, o che sia come la borsa che usa mi'madre per andare all'iper che vista da fuori sembra una pallina, ma se la apri è capace di contenere una spesa da sfamare cinque persone. Poi la richiude, la ripone e ualà, non sembra nemmeno. E poi i piedi: Ti sembra normale avere quei piedini da fata? Quelle cavigline sgonfie ed esili? Sì?
NO! No, perdio! Non è normale. Ma te non sei gonfiata come un canotto le ultime settimane? Non ritenevi acqua come un cammello? Cosa c'hai, i vasi comunicanti? Ndo cazzo la mettevi l'acqua, la ritenzione, la cellulite? Dove???
Io ho rimesso i tacchi dopo quasi un anno! Te possino, Kate, guarda. A cinque ore dal parto sei molliccia e sempre gonfia, e sogni solo un paio di pantofole comode e leggermente deformate come quelle de tu' nonno. Non solo: dopo aver partorito non entrerai mai più nel tuo numero, perché a noi, donne della plebe, il piede aumenta di un numero. Ci scriverei un trattato su sta cosa, guarda! E la pancia. La pancia, Kate. Ma c'avevi su la pancera del dottor Gibò? Una guaina? Ti hanno infilato il tubo dell'aspirapolvere in gola e aspirato come si fa coi piumoni al cambio degli armadi? Dov'era quella pancia molliccia, confortevole, morbida della donna che ha appena partorito? Chè, appena sparata la bambina, ti si è ritirata come le maree a Mont Saint Michel? Dov'è quella pancia gonfia d'aria che se ti chini a prendere il ciucciotto parte un concerto che manco quello di capodanno? 
Il vestito? Quel vestito, così carino, un po' stile anni settanta, stretto di spalle e giù liscio e  lievemente aderente a noi non sarebbe entrato manco in una coscia, sai? Quanto hai preso in gravidanza, tre grammi? Perché tu non ingrassi e non ti deformi? Per giustizia divina dovevi almeno prendere dieci kg! Perché noi sì e tu no?
E poi che cazzo sorridevi, abbi pazienza. Che noi col calo degli estrogeni ci viene da piangere già al settimo secondo e prendere a sassate la suocera al quarto minuto. E tu serena, bella, tranquilla che agiti la manina come se invece di aver appena partorito tu fossi sul lettino massaggi di una SPA.
Kate, ti giuro, da una parte ti prenderei a sberle, perché sei cattiva, ingiusta, ci fai sentire delle inette, delle nullità, delle trasandate.
Dall'altra però, ti bacerei e ti direi grazie. Grazie perché sei un bell'esempio di grazia e leggiadria (anche in questo caso) perché tutto ciò che fai è sinonimo di pacatezza e naturalezza ed è per questo che mi piaci tanto.
Ma t'avverto, se col terzo, non mi prendi almeno dodici kg, non ti presenti coi capelli a nido di rondine e in ciabatte, io non ti rivolgo più la parola. Intesi?
Ah sì, un'ultima richiesta: che me la chiameresti Alice la principessina? Sai com'è, tanto per farmi passare questo fastidio che adesso provo nei tuoi confronti. Un fastidio sano eh, per carità. Tipo quel leggerissimo fastidio che sono sicura che hai provato tu nell'unica spinta che hai dato. Perché ne avrai data una, così a occhio e croce, e mormorato “Tho! Una principessina!” con la stessa naturalezza ed espressione di quando io trovo due tuorli nello stesso uovo.
No Kate, non è così per tutte. Noi spingiamo.

Perché valiamo, tipo la pubblicità. E perché, sempre parlando di spot, evidentemente la nostra patonza è differente.

Commenti